
Sex, drugs, rock’n’roll e star system, nella nuova dilogia rock di Sara Masvar
Potrei iniziare questo articolo dicendo che Sara Masvar è una delle penne più interessanti del panorama self italiano.
O potrei dire che, oltre a essere sua amica, ho seguito la sua evoluzione artistica negli ultimi due anni trovandola una scrittrice versatile e capace di affrontare qualsiasi genere letterario voglia.
Sarebbero tutte cose vere.
Ma è altrettanto vero che io e la Masvar abbiamo in comune, oltre una lunga lista di passioni e altri disagi, una specie di flagello…
“Scrivete di droga, depressione, criminalità – inserire altre tematiche pesanti a caso, tanto ce le abbiamo tutte – perché prendete spunto dalla vostra esperienza di vita.”
Mi dispiace deludervi, ma non è così. Non è SEMPRE così.
Droga e dipendenze: una tematica scomoda?
Ciò che può portare uno scrittore, un regista, un performer, a voler affrontare una tematica difficile da digerire (e il più delle volte poco politically correct) non è sempre per buttare fuori un po’ di biopic a caso.
BlackBurn Feathers è un romanzo corale che parla degli esordi, apice del successo e disfatta di una rockband, mescolando sapientemente musica, arte, dolore, morte, violenza, sesso e tutto ciò che ruota attorno a personaggi vivi e spezzati che si trovano a vivere da leoni pur conservando le proprie fragilità.
Che ruolo ha la dipendenza nella vita dei BBF?
Oserei dire che è la protagonista principale.
La storia “d’amore” tra i personaggi del mondo dello spettacolo e le droghe ha radici molto antiche. Si dice che persino i grandi condottieri romani fossero degli alcolisti e credo sia utile ricordare il fatto che il mondo della letteratura della musica e del cinema sia pieno di esempi eclatanti e famosi a riguardo.
Da Edgar Allan Poe, passando per Bob Dylan e i Beatles, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse e molte altre rockstar recenti, è difficile pensare che non esista una stretta correlazione tra abuso di sostanze e “genio creativo”.
Molte celebrità hanno avuto un’infanzia difficile e una vita di sregolatezze, proprio come i componenti dei BBF, e la Masvar è stata magistrale nel creare un background personale per ogni singolo personaggio e non solo per fungere da “scusante” all’abuso di sostanze.
I BlackBurn Feathers bruciano come fuoco e vivono leggeri come piume.
I fantasmi del passato, i demoni interiori che tormentano Lena, Charlie, Anthony, Ryan, Bob, Mickey e gli stessi Jeremy e Crystal sono molto di più che una “moda”, uno sballo legato a soldi e successo.
Nelle strisce che tirano durante gli after party, nelle pasticche che ingoiano come caramelle, nell’alcol che bagna le loro ferite facendole bruciare ma anche anestetizzandole al tempo stesso, c’è molto di più.
Ci sono i rimpianti per amori perduti, rabbia per le violenze subite e ricercate, il sentirsi piccoli davanti al successo che li travolge e li getta in una vita che forse nessuno di loro voleva davvero. La speranza di restare insieme per sempre.

La Masvar in BBF esprime, come tema portante, le dipendenze a 360 gradi in modo preciso, doloroso, intenso. Truce e disperato, ma anche delicato.
Ho avuto l’onore di leggerlo in anteprima e l’ho visto prendere la sua forma attuale con emozione e dolore, consapevole alla fine di tutto di avere tra le mani un piccolo, grande gioiello.
Come quei vinili di tanti anni fa e dal valore inestimabile nascosti tra i vestiti vintage nei mercatini anni ’70, la Masvar ha deciso di dar forma a questa dilogia realizzandone due volumi, Side A e Side B.
Vi sarà impossibile non rispecchiarvi in almeno uno dei personaggi creati dalla sua penna, cartacei ma al tempo stesso vivi e reali.
Distruttivi come il fuoco e leggeri come piume.